marzo 05, 2004
Disco splendido, questo, che si fa ascoltare e riascoltare, emozionando per l’intensità della scrittura e meravigliando per la qualità degli arrangiamenti, in grado di sottolineare al meglio l’andamento dei testi. In mezzo a brani profondamente meditativi (come “La cattiva amante” o “Prima della cenere”), a volte memori della lezione di Sylvian, spiccano come fiori al risveglio della primavera altri decisamente più pop, come “Oceano” (bellissimi gli interventi della Laquidara alla voce e di Fabio Fecchio dei metallari Ephel Duath al basso) e soprattutto “Limpido”, tramata da stupendi archi che vengono giù dritti dritti dalla lezione di “I’m the Walrus” dei Beatles. A volte, come nella strumentale ghost track, affiorano echi di Tori Amos, specie nel languido sgocciolare del piano. Ed è questa la direzione, un mirabile equilibrio di profondità e leggerezza, in cui si spera Chimenti si indirizzi definitivamente.